Contessa Paolina Baracca
rivolgendosi a Enzo Ferrari
“Ferrari, metta sulle sue macchine il cavallino rampante del mio figliolo. Le porterà fortuna”
Caratteristica preponderante del Real Sito di Carditello è la presenza dei cavalli della Razza Governativa di Persano, la razza pregiata dei cavalli di Stato nati nel 1744 per volontà del Re Carlo di Borbone.
L’allevamento dei cavalli della Razza Governativa di Persano (dal nome del Sito Reale di Persano) fu finalizzato alla costituzione di una Cavalleria Reale di alto prestigio, con esemplari caratterizzati da resistenza, coraggio ed eleganza.
Il Re Carlo di Borbone ricevette in regalo 4 stalloni turchi dal Sultano Mahmoud II e affittò dei terreni, già individuati dal viceré Michele Reggio, nella piana di Capua e più precisamente nel comprensorio di San Tammaro: la fattoria di Carditello.
Questa vasta area, ricca e fertile, per anni fu utilizzata anche per le battute di caccia, oltre che per la produzione agricola: in altre parole, la fattoria di Carditello fu nel cuore pulsante della Campania felix cantata da Virgilio.
Ferdinando IV ebbe il chiaro intento di allevare, selezionare e mettere in mostra i cavalli della Real Razza di Persano, che erano già famosi perché ritenuti i migliori cavalli da guerra dell’epoca.
Questi cavalli furono trattati con ogni riguardo e gelosamente custoditi dai Borbone. Il re Ferdinando IV predispose ricoveri e scuderie, oltre a un ippodromo che fu il primo a sorgere in Italia e l’unico a essere compreso all’interno di un complesso architettonico, divenuto Residenza Reale esclusivamente grazie all’importanza che ebbero questi cavalli.
Possedere un buon cavallo da guerra fu condizione necessaria per la difesa dello Stato, oltre a costituire un segno di distinzione sociale. Le battute di caccia a cavallo servirono alla selezione degli stalloni e delle giumente, poiché riproponevano situazioni simili a quelle di guerra e di Cavalleria. Così si esaltarono anche i rituali di corte e si rafforzarono le relazioni diplomatiche.
La nobile storia dei cavalli legati alla Dinastia Borbonica subì una battuta di arresto nel 1874, anno in cui le scuderie di Persano vennero svuotate e la mandria fu venduta. Furono i Savoia, tramite il ministro Ricotti, a prendere tale decisione poiché l’immagine di questi cavalli era troppo legata alla dinastia precedente.
Nel 1900 il Governo del Regno d’Italia, ritornando sui propri passi, decise di ricostituire a Persano la Real Razza con il nome di Razza Governativa di Persano, cercando le giumente e gli stalloni, o i figli di questi, che erano stati venduti ai grandi allevatori nel 1874, come nel caso degli esemplari acquistati dallo stesso Re Vittorio Emanuele di Savoia.
La Razza continuò così a essere allevata dal Ministero della Guerra per le esigenze della Cavalleria fino al 1954, unitamente alle sopravvenute esigenze sportive. I cavalli subirono un ulteriore trauma nel 1972, a causa del loro infausto trasferimento a Grosseto, presso il deposito allevamento quadrupedi dell’Esercito Italiano.
Negli anni ‘90 l’Esercito terminò definitivamente di occuparsi dei cavalli della Razza Governativa di Persano, decisione che ne avrebbe di per sé determinato l’estinzione.
rivolgendosi a Enzo Ferrari
“Ferrari, metta sulle sue macchine il cavallino rampante del mio figliolo. Le porterà fortuna”
È grazie al Principe Alduino di Ventimiglia di Monteforte che la Razza Governativa di Persano viene salvata e che oggi possiede il suo status di “Razza”.
Risultato di uno studio intenso, svolto durante il servizio militare prestato nell’Arma di Cavalleria a Grosseto, divenuto anche il soggetto della sua tesi universitaria. Tutto ciò, dopo vari e inutili tentativi di Alduino di Ventimiglia di Monteforte nei confronti dello Stato italiano, affinché questi si prendesse l’onere di salvare la “Razza“.
Per salvare la Razza Governativa di Persano, lo stesso Alduino acquista le giumente e gli stalloni dell’Esercito aliano, cavalli puri e certificati, ricostituendo la mandria e allevandola per tutti questi anni. La stessa e unica mandria che è possibile ammirare oggi a Carditello, suo luogo storico di costituzione.
Al cavallo della Razza Governativa di Persano è dato anche l’onore di rappresentare il marchio più conosciuto al mondo: il cavallino rampante simbolo della scuderia Ferrari.
Enzo Ferrari lo pose sulle prestigiose autovetture, dopo averlo ricevuto in dono dalla Contessa Paolina Baracca, madre dell’asso dei cieli della Prima guerra mondiale: il Capitano Francesco Baracca, un vero eroe di guerra che combatté con l’immagine del cavallino rampante dipinta sulla fusoliera del suo aereo, in onore del suo Reggimento e del suo cavallo della Razza Governativa di Persano.
Fu così che nacque il marchio più prestigioso del mondo, acclarato simbolo di velocità, eleganza e bellezza.